Perchè Europaviva21

La storia di Europaviva ! L’inizio e la crescita di un’ iniziativa “politica” un po’ diversa.

La vicenda di “Europaviva21  inizia nel periodo tra il 1986 e il 1988 nel colmo di una delle più gravi crisi ambientali del Mare Adriatico e di tutto il sistema territoriale, economico e sociale ad esso collegato. Da almeno 10 anni il mare presentava i segnali di una sofferenza acuta derivante da una gestione sbagliata del territorio compreso nel Bacino fluviale Padano Adriatico. In alcuni periodi le acque marine accentuarono pericolosamente le colorazioni innaturali da tempo episodiche . Il colore del mare invece che azzurro appariva “verde pisello” o il “ rosso mattone” e segnalava la presenza della fioritura di alghe alimentate dai nutrienti (azoto e fosforo) riversati nei corsi d’acqua dalle aree produttive, dalle città e dai paesi. Reflui civili, agricoli e industriali prodotti in quantità enormi si rivelarono non sopportabili per l’ecosistema dei fiumi e del mare generarono squilibri nei processi naturali causando episodi drammatici con morie di pesci riversati sulle spiagge danneggiarono fortemente il settore turistico balneare che aveva portato ad una eccessiva edificazione delle coste deturpando il paesaggio costiero e la qualità del soggiorno resa questa ingestibile per la presenza di una quantità enorme di persone concentrata nello spazio e nel tempo della stagione estiva.

Le conseguenze negative sul settore turistico e su tutte le attività imprenditoriali e occupazionali ad esso collegate, si manifestarono in modo molto esteso. Lo stato ambientale dell’Adriatico e la denuncia della situazione del sistema idrografico del Po e degli altri corsi d’acqua ebbe una risonanza internazionale sia attraverso gli organi di informazione che dal racconto dei turisti italiani e stranieri che in massa avevano abbandonato le località di vacanza interessate da morie di pesci e dal conseguente cattivo odore.

La crisi economica collegata a questi fenomeni innescò una forte protesta contro la cattiva gestione del territorio e delle attività che vi si svolgevano dato che nell’alto Adriatico si riversavano le acque di tutto il Bacino fluviale del Po e quelle dei fiumi minori del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e dell’Emilia Romagna prese corpo un movimento che partendo dalla Riviera Romagnola investì in forme molto diverse gran parte dell’Italia e si concentrò sull’esigenza del contenimento dei fenomeni e del risanamento. L’aspetto originale dell’iniziativa fu il ruolo di primo piano assunto dalle categorie economiche e poi dalle istituzioni. Infatti, diversamente da quanto ci si poteva attendere, non furono le associazioni ambientaliste a dare corpo all’iniziativa ma le imprese turistiche, i sindacati dei lavoratori e gli enti locali che da qualche anno avevano seguito con preoccupazione il succedersi dei fenomeni di degrado del territorio e dell’attrattiva di una delle sue principali attività produttive. Di colpo tutela dell’ambiente ed economia, considerate antagoniste fino ad allora, apparirono legate in modo indissolubile. E’ fu così che soggetti istituzionali, economici, sociali e politici tradizionalmente antagonisti presero coscienza della corrispondenza dei loro interessi generali e – sia pure con accenti e priorità diverse – diedero vita ad un’azione coordinata per la tutela dell’ambiente e del territorio.

Sia la novità che le caratteristiche dell’iniziativa si mostrarono subito originali. Già nel 1982 c’era stato nella riviera romagnola uno vero e proprio “sciopero di protesta”, per la situazione ambientale del Mare Adriatico che minacciava direttamente l’economia locale e l’occupazione. A Cervia in provincia di Ravenna ci fu addirittura una manifestazione di piazza. Seguirono negli anni numerose iniziative pubbliche con caratteristriche simili. Si inviarono a Roma delegazioni composte da sindaci, operatori turistici e rappresentanti sindacali che furono ricevuti dal Governo. Ottennero rassicurazioni e impegni per l’adozione di norme atte a limitare gli sversamenti dannosi e/o eccessivi nelle acque tramite la costruzione di depuratori delle acque reflue di industrie, allevamenti e città, ci furono impegni per l’adozione di regole per le concimazioni in agricoltura. Non mancarono neppure i contrasti fra territori e vertenze dure che contrapposero interi territori anche nel corso degli incontri con il governo nazionale. Eclatante fra questi la vertenza per la fine dello sversamento a mare dei fanghi ricchi di fosforo della Montedison di Marghera. Da una parte la protesta dei pescatori davanti a Venezia con flotte di imbarcazioni provenienti dall’area romagnola alla quale si contrappose, quasi contemporaneamente, il blocco del traffico, da parte delle maestranze del polo chimico, sul Ponte che collega Mestre a Venezia, motivato dalla difesa dei posti di lavoro. Il momento più aspro avvenne in occasione della richiesta dell’approvazione di una legge per l’azzeramento del contenuto di fosforo nei detersivi da bucato in seguito accolta dal parlamento. Come già avvenuto a Venezia per la vicenda dei fanghi, anche in questa vicenda si registrò un vero e proprio scontro fra territori, ognuno dei quali rappresentava praticamente tutte le istituzioni e le forze economiche, politiche e sociali del luogo. Da una parte si rivendicava una riconversione della produzione dei detersivi da bucato accusati di favorire lo sviluppo dei bloom algali responsabili dell’eutrofizzazione delle acque e delle conseguenti morie di pesci, dall’altra i produttori che negavano ogni responsabilità per i loro prodotti e paventavano migliaia di licenziamenti. L’approvazione della legge “per la riduzione del fosforo nei detersivi fu facilitata da un incontro fra rappresentanti sindacali dei lavoratori dell’Emilia Romagna e i rappresentanti dei lavoratori della Montedison di Crotone occupati nella produzione di tripolifosfati. Tema dell’incontro la dimostrazione che la riconversione era già in atto dato che anche la loro azienda produceva già “sia pure in via sperimentale” detersivi liquidi con una composizione che comprendeva la sostituzione dei tripolifosfati con “zeoliti”.

Se alcuni risultati erano stati ottenuti era necessario non farsi eccessive illusioni sulla soluzione dei problemi ecologici del Po e dell’Adriatico dipendenti da un processo di profonda trasformazione del sistema insediativo e degli apparati produttivi. Le considerazioni dei massimi esperti italiani e del resto del mondo, ascoltati nei numerosi convegni promossi da istituzioni ed esperti e nelle discussioni che seguirono, furono concordi nell’indicare nell’arco di decenni il tempo necessario per uscire dalla grave crisi ecologica. Era quindi necessario proseguire nell’iniziativa e tenere alto l’impegno concreto per la salvaguardia del Po e dell’Adriatico attraverso un’opera di disseminazione e sensibilizzazione più vasta e articolata. Con questo intento nella primavera del 1986 ci fu una prima iniziativa “Il Marevivo”, una staffetta podistica promossa da CGIL, CISL e UIL e dalla Giunta Regionale dell’Emilia Romagna e organizzata/animata da società podistiche, dal Comune di Alfonsine in provincia di Ravenna, vide la partecipazione delle strutture nazionali dei sindacati, della Lega per l’Ambiente, del mondo delle Coop e di tutte le amministrazioni locali della Riviera Romagnola. Il percorso che prese il via dalla sede del comitato organizzatore ad Alfonsine in Provincia di Ravenna si sviluppava lungo i paesi e le città della costa romagnola percorrendo prima la Statale 16 “Adriatica” e poi la Statale 3 “Flaminia” per arrivare fino a Roma, accolta a Ponte Milvio dalle telecamere della RAI – che aprirono con le immagini della manifestazione i telegiornali nazionali – per concludersi in mezzo a una grande folla a Piazza di Siena tra discorsi ufficiali, liscio romagnolo, piadina e pesce fritto.

Il successo dell’esperienza fatta in questa occasione servì a capire che l’iniziativa per la tutela ambientale, per essere vincente, non può risolversi soltanto nel costituire elemento distintivo per di punti di vista ed elaborazione teorica ma per avere successo deve puntare a soltanto se riesce a riunire tutti coloro che sono – magari a loro insaputa – interessati ad una modificazione sostanziale delle politiche economiche, della gestione del territorio e degli stili di vita.

L’anno seguente, data l’importanza delle politiche europee nella gestione del territorio e dell’ambiente e grazie al successo dell’iniziativa realizzata in Italia con “Il Marevivo”, presso la Confederazione Europea dei Sindacati (CES) si affacciò l’idea di affrontare il tema a livello internazionale. A seguito di incontri e scambi con un sindacato tedesco (la DGB) e uno francese (la CDFT) prese corpo il proposito di realizzare una iniziativa simile a livello europeo. Il gruppo che aveva già dato via a “Il marevivo” nel 1986 mise così in cantiere il progetto concreto di Europaviva! L’obiettivo? Realizzare una sensibilizzazione delle istituzioni interessate a grandi sistemi territoriali dell’Europa. Il percorso ideato prendeva il via ancora una volta dalla Riviera Romagnola fino alla città di Ferrara e poi lungo l’asta del Po per arrivare poi, attraverso le Alpi, alla sorgente del Reno interessando l’Italia, la Svizzera, l’Austria, il Liechenstein, la Germania e la Francia.

 La squadra e il diario della staffetta di “Europaviva!”

“La staffetta di Europaviva è partita da Ferrara alle ore 23 del 29 aprile 1988 accompagnata da una folta manifestazione da Piazza Trento e Trieste al Parco Urbano. I primi otto chilometri della staffetta sono stati percorsi da Orlando Pizzolato, Laura Fogli, Franco Boffi, Massimo Magnani, Giuseppe Pambianchi. La staffetta internazionale è composta da 22 podisti (15 gli italiani, 4 i francesi, 3 i tedeschi), 33 gli addetti ai servizi (dall’ambulanza al servizio di scorta motociclistico, dalla cambusa al servizio videofotografico), 3 gli interpreti. 6 i coordinatori: 2 italiani, 3 tedeschi , 1 francese”. Così i giornali davano notizia dell’inizio della nuova avventura aperta dalla squadra nazionale di maratona forte del vincitore di due maratone di New York, della primatista italiana di specialità, dellla medaglia d’argento delle olimpiadi di Mosca.

 La squadra.

Hanno corso per le strade d’Europa: Giancarlo Argelli, insegnante d’arte di Alfonsine; Dino Babini, pensionato di Anita d’Argenta; Alfredo Bagnari, meccanico di Alfonsine; Massimo Bagnari operaio edile di Alfonsine; Daniele Biserna, animatore di Alfonsine; Alberto Forlivesi, operaio meccanico di Alfonsine; Thomas Funk studente di Worms (Germania), Iliano Guerrini, pensionato di Alfonsine; Marie-Andree Heckel, operaia agricola di Bischeim (Francia); Vincent Kopp, impiegato postale di Plobsheim (Francia); Martin Kroner studente di Stoccarda (Germania); Ezio Mazzoni operaio di Alfonsine; Lauro Quattrini, operaio meccanico di Alfonsine; Sauro Ravaglia, impiegato di Alfonsine; Giorgio Ricci, assistente sociale di Anita d’Argenta; Pietro Ricci Picciloni, commerciante di Lugo; Jean Marc Shiff impiegato postale di Bischeim (Francia); Ettore Servidei, autista di autobus di Alfonsine; Luciano Servidei, operaio meccanico di Alfonsine; Piercarlo Verlicchi, impiegato comunale di Alfonsine;  Paul Wehrlin, impiegato postale di Strasburgo (Francia); Ralf Waffenschmidt prof. Scienze Politiche, Karlsruhe (Germania).

Hanno coordinato Europaviva!: Helmut Burger DGB Jugend Baden-Wurttemberg; Francois Guntz CFDT Alsace; Luigi Rambelli, CGIL Emilia Romagna; Volker Rossocha, DGB Jugend Ba-Wu; G.Camillo Trapella, CISL Emilia Romagna; Rolf Zabka DGB Jugend Ba-Wu

Hanno fatto strada in moto alla staffetta: Renzo Pecorelli, operaio chimico di Forlì; Igino Sangiorgi, sindacalista di Ravenna; Ivan Zanotti, impiegato di Ravenna;

Ha diretto le squadre dei podisti: Giovanni Zanzi, insegnante/Assessore allo sport di Alfonsine;

Hanno garantito i servizi e la sussistenza:Franco Fogli,sindacalista di Comacchio; Loris Gadda, sindacalista di Comacchio; Maria Delfina Luciani, impiegata di Comacchio; Alessandra Tamburini, esercente di Alfonsine; Guido Baroni, operaio chimico di Alfonsine.

Hanno garantito il servizio medico della Pubblica Assistenza di Ravenna: Angelo Antonellini, medico, assessore alla Sanità di Alfonsine; Maria R. Landi, infermiera di Alfonsine; Elio Montanari, Autista di Alfonsine; Marzia Vicchi, infermiera di Alfonsine;

Hanno assistito la carovana e distribuito il materiale informativo al pubblico: Ercole Belosi, autista di Alfonsine; Ulrike Benz, studentessa di Metzingen (Germania); Marion Buscher, studentessa di Hamburgh (Germania); Adelmo Cassani, muratore di Bagnacavallo; Lorenzo Cricca, Autotrasportatore di Alfonsine; Rainer Dost, studente di Knittligen (Germania); Petra Eckstatt, estetista di Ludwigsburg (Germania); Holger Frenk, studente di Vehe/Baden (Germania); Elfi Holzel, impiegata DGB di Kornveisheim (Germania); Jurgen Keicher, studente di Erlenbach (Germania); Carmen Kohl, impiegata DGB di Stuttgart (Germania); Heike Krueger, biologa di Tuttlingen (Germania); Jurgen Kruger, studente di Aldigen (Germania); Gerd Kulhavy, studente di Ludwigsburg (Germania); Gerhard Pfeiffer, studente di Hamburg (Germania); Guido Pirazzini, elettrotecnico di Alfonsine; Michael Schultz, studente di Werl (Germania); Francesco Verlicchi, Impiegato di Alfonsine; Vittorio Emiliani, Autotrasportatore di Alfonsine.

Ha assistito i mezzi di trasporto: Wolfgang Merten, meccanico dell’ATC di Stuttgart ;

Ha affettuato i servizi foto e video: Luca Baldassarri, Studio l’immagine di Mezzano (RA)

Ha raccolto i messaggi e redatto il diario di viaggio: Mirella Bazzochi, Lega per l’Ambiente di Bologna

Traduttori dei colloqui e discorsi ufficiali: Dan Bernfeld, Urbanista e consulente del Consiglio d’Europa di Strasburgo (Francia): Giovanni Pollice, Dirigente DGB di Gernsbach – di Capracotta (Is); Meris Raimondi, studentessa di Bologna;

Ha scolpito su marmo “Europaviva” poi esposta a Strasburgo a Palazzo Europa: Andreas Schonjan, artista di Endingen (Germania);

Ha portato per le piazze del percorso il suo repertorio di liscio romagnolo: Il complesso musicale “La Storia di Romagna”.

Il diario di viaggio. (Sintesi tratta dal diario di viaggio da Ferrara a Strasburgo correndo a piedi).

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  1. Il racconto delle “fioriture algali in Adriatico” della difesa del mare e dei fiumi. Un libro di Attilio Rinaldi | Europaviva 21
  2. Dove (e come) eravamo? Il Marevivo…. un’avventura col cuore Alfonsinese a Piazza di Siena (Villa Borghese) nel 1986…. – Europaviva 21
  3. Europaviva! Una bella iniziativa di 30 anni fa in difesa dell’ambiente partita da Alfonsine verso Strasburgo al Parlamento Europeo, animata da Italiani, Tedeschi, Francesi, Austriaci e Svizzeri – Europaviva 21

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