Riceviamo e pubblichiamo una “nota” diffusa da Rino Gennari che ci sembra esponga con la dovuta chiarezza quanto sta accadendo in Emilia Romagna e in particolare nel ravennate a proposito dell’impegno nella realizzazione della supposta “transizione ecologica”.
<Recentemente, il Sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, ha rilasciato a “Repubbica” una breve intervista.
Niente sorprese, non si è smentito. In pratica, sostiene che si deve sfruttare tutto il gas italiano. Ciò significa che si devono sfruttare al massimo i pozzi esistenti e procedere a nuove trivellazioni.
Sostiene che non usando il gas italiano, si compiono tre errori: non si riduce il trasporto dall’estero, durante il quale si brucia il 20-30 % di gas, con relativi danni climatici; si perdono le royalties e anche lavoro; non si riduce la dipendenza dalle importazioni.
Qualcuno informi De Pascale che, dei circa 70 miliardi di mc di metano consumati in Italia all’anno, oltre il 90% è importato. L’attuale produzione italiana è di circa 4 miliardi di mc all’anno, e che facendo ciò che lui sostiene, al massimo si potrà arrivare a poco meno del doppio. Dire che questo ridurrebbe la dipendenza dall’estero è ridicolo. Le royalties aggiuntive sarebbero briciole a confronto col danno ambientale. Il lavoro che si perderebbe è sicuro che sarebbe ampiamente compensato accelerando il passaggio alle rinnovabili. Per esempio, col parco eolico AGNES, la cui realizzazione è auspicata anche da De Pascale, ma che è ancora ai blocchi di partenza, per intralci burocratici dipendenti da una politica ancella della potenza economico-finanziaria dell’oil-gas. Bisogna riconvertire apparato produttivo e lavoratori. Da decenni ci dite che nel periodo della vita lavorativa, a causa dei rapidi e profondi cambiamenti tecnologici, dobbiamo sapere essere pronti a cambiare lavoro? Perché noi si e i lavoratori e le imprese dell’oil gas no? Le perdite di gas nel trasporto, che De Pascale sopravaluta di molto, possono essere ridotte con le nuove tecnologie già disponibili e, comunque, ridurre le nostre importazioni di circa 3 miliardi mc avrebbe effetti irrisori.
Sono però convinto che queste cose De Pascale le sappia. Ha studiato i dossier. Se non le sa, è peggio.
Tra gli alleati di De Pascale, soprattutto Fusignani e Mingozzi, c’è chi aggiunge che sfruttando al massimo il gas italiano, si potrebbe ridurre il costo dell’energia per famiglie e imprese. Questa è una fandonia colossale. Il prezzo degli idrocarburi si determina sul mercato mondiale, il quale è influenzato anche dalle scelte geopolitiche dei grandi Stati. L’ENI è un’azienda quotata in borsa, e dunque deve rispondere alle attese degli azionisti. Perciò deve vendere a prezzo di mercato. Eventuali sconti concordati con il nostro Governo, dovrebbero essere compensati con altri vantaggi per l’impresa, il cui costo sarebbe a nostro carico. La Croazia ci ruba il gas? Sappiamo che i giacimenti non comunicano tra loro.
In sostanza, siamo tutti d’accordo che la transizione non può chiudere il rubinetto del gas metano. Il punto è quello delle risorse, che sono limitate, e del tempo, del quale sono scandite date inesorabili. Per cui le risorse devono essere impiegate nella misura necessaria negli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, e in tempo utile. E’ ciò che non sta avvenendo. Tra i responsabili ci sono i partiti della maggioranza che governa il Comune di Ravenna.
I “Coraggiosi”, hanno trovato un poco del coraggio che vantano di possedere, pubblicando un documento nel quale ci sono critiche analoghe a quelle qui contenute e anche altre, ma le parole non bastano. Si attendono atti concreti. >
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