I proclami del Governo parlano da tempo di conversione ambientale: bene, siamo d’accordo, ma perchè allora, anche questa volta salgono i sussidi statali alle fonti fossili (idrocarburi e carbone). Di anno in anno, i tagli ai sussidi ambientalmente dannosi annunciati dal governo giallorosso sin dal suo insediamento continuano a slittare: nonostante le premesse anche la legge di Bilancio 2021 lascia le promesse ai posteri. Nel mentre paradossalmente il bottino continua a crescere, secondo le stime messe in fila da Legambiente con il suo report Stop sussidi alle fonti fossili e ambientalmente dannosi. In tutto si arriva a 35,7 miliardi di euro l’anno mettendo insieme sussidi diretti (oltre 21,8 miliardi di euro) e indiretti (oltre 13,8).
Un sostanziale ampliamento rispetto a quelli individuati nell’ultimo Catalogo elaborato dal ministero dell’Ambiente, che si ferma alla pur considerevole quota di 19,7 miliardi di euro l’anno.
Per fare qualche esempio concreto, i sussidi ambientalmente dannosi censiti da Legambiente “sono finanziamenti diretti a centrali che utilizzano derivati del petrolio, gas e carbone, che inquinano e producono emissioni di gas serra, come le centrali di Brindisi Sud e Fiumesanto o di San Filippo Mela, che rimangono accese solo perché ricevono generosi sussidi, altrimenti in larga parte sarebbero fuori mercato. Oppure centrali diesel nelle isole minori italiane che potrebbero essere sostituite da ben più economici ed efficienti impianti solari ed eolici. Sono sconti su tasse (accisa, iva e credito d’imposta) per una serie enorme di utilizzi di benzina, gasolio, gas, ecc. nei trasporti, nel riscaldamento, nelle industrie. Sono canoni bassi per l’estrazione di materie prime, per l’imbottigliamento di acqua, sono tasse limitate per chi butta i rifiuti riciclabili in discarica. Sono anche finanziamenti ad autostrade, a componentistica, impianti per la fertilizzazione e fondi per la ricerca su carbone, gas e petrolio, in Italia e all’estero”. Più nel dettaglio, guardando alle voci più sostanziose, per Legambiente sono 15 i miliardi di euro destinati nel 2019 a sussidiare il settore energetico fossile del nostro Paese, che diventano 15,8 miliardi per il 2020; il settore trasporto risulta invece sussidiato complessivamente per 16,2 miliardi di euro, di cui 5,154 milioni di euro per il differente trattamento fiscale tra benzina e gasolio e 3,757 milioni di euro per quello tra metano, gpl e benzina.
Per saperne di più: Stop sussidi alle fonti fossili e ambientalmente dannosi.
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