Poliziotti in borghese per sanzionare i trasgressori I comuni corrono ai ripari: potenziati i controlli anche con agenti senza divisa Le distrazioni più frequenti: smartphone, navigatore e intrattenimento I numeri non lasciano spazio ai dubbi o scusanti: gli incidenti dovuti alle distrazioni da smartphone raggiungono punte del 20%; un dato preoccupante che ha messo in allarme già da tempo le autorità, ma purtroppo ancora troppi automobilisti non ne vogliono sapere di cambiare abitudini.
Eppure per rendersi conto di quanto la sicurezza stradale sia a repentaglio basterebbe pensare che appena 10 secondi di distrazione, ad una velocità di 100km/h, equivale a percorrere a occhi chiusi una distanza simile a quella di 3 campi da calcio.
Mentre guardiamo uno smartphone, anche solo per vedere il nome o il numero della persona che sta chiamando, può succedere qualunque cosa: per esempio un’auto che fa manovra o una frenata brusca del veicolo che si trova davanti a noi. Spesso non bastano dei riflessi pronti per impedire l’impatto e solo a posteriori ci rendiamo conto che avremmo dovuto ignorare il cellulare.
Lo stesso discorso vale per altri strumenti come i dispositivi di localizzazione, meglio noti come navigatori satellitari: spesso si tratta di apposite app installate sul cellulare e ci avvisano della presenza di autovelox o di rallentamenti durante il percorso. In altri casi si tratta di dispositivi creati ad hoc, che si agganciano sul parabrezza oppure integrati nel computer di bordo.
Per evitare rischi e distrazioni basterebbe impostare la destinazione da raggiungere prima di partire, invece commettiamo il grave errore di inserire indirizzi e coordinate quando siamo già in strada. Qualunque sia lo strumento utilizzato, la capacità di distrarre il conducente rimane uguale a quella di un qualsiasi smartphone, quindi anche in questo caso va prestata la massima attenzione.
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