
Un articolo di Umberto Mazzantini su Green Report racconta come Renzi, Salvini e Franceschini ritirano fuori una ricetta vecchia e irrealizzabile, ma sempre buona in tempi di crisi. Presentando il suo nuovo libro “La mossa del cavallo. Come ricominciare, insieme ” sul Giornale di Sicilia, l’ex premier e attuale leader di Italia Viva Matteo Renzi si è lanciato in una spericolata equazione: «Per vincere la sfida della povertà serve più il ponte sullo Stretto che il reddito di emergenza. Qui si pone il grande tema che da anni attraversa ciclicamente e carsicamente il dibattito sulle grandi opere. C’è chi dice “facciamo il ponte sullo Stretto” e chi risponde “in Sicilia servono prima le ferrovie”. Entrambe le affermazioni contengono una verità quasi banale ed è ovvio che servono strade e ferrovie in una Sicilia il cui handicap infrastrutturale grida vendetta, specie per chi, come me, ha liberato miliardi di euro per quella regione, denaro che è stato inspiegabilmente bloccato dalla burocrazia locale e nazionale».
A dire il vero quella di Renzi più che una mossa del cavalo sembra un arrocco, una vetusta mossa, ormai conosciuta da tutti i giocatori di scacchi un minimo sgamati, che viene tirata fuori quando, in tempo di crisi nera e mancanza di idee, si vuole far deragliare il discorso con l’ipotesi più miracolistica, irrealizzabile e vecchia: il mitico Ponte sullo Stretto assurto a miglior fama televisiva qualche anno fa con l’ingegner Cane, interpretato da Fabio De Luigi a “Mai Dire” con la Gialappa.
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