Coronavirus e turismo culturale asiatico – Ipotesi e stime: due miliardi di perdita?

Al Salone dell’Archeologia tenutosi a Firenze nei giorni scorsi, sono state presentate ipotesi e stime sui minori flussi turistici dal continente asiatico verso il nostro Paese causa il coronavirus. Tra gli appuntamenti di TourismA c’è stato l’intervento del Ciset (Centro internazionale di studi sull’economia del turismo) che ha presentato i dati sul turismo culturale. I dati di Banca d’Italia elaborati dal Ciset dicono che 1,7 miliardi al momento vengono spesi ogni anno in Italia dai turisti che provengono dall’area asiatica: “se, a causa del Corona virus, non ci fosse più alcun flusso proveniente da quest’area, la perdita complessiva per il Bel Paese si aggirerebbe sui due miliardi di euro su base annua. Tra le regioni che ricevono il maggior flusso dal cosiddetto Far East, la Toscana e il Veneto, che perderebbero circa trecento/quattrocento milioni di euro”.

Quella degli ultimi due anni è una fotografia con luci e ombre che vede il turismo culturale consolidare le sue posizioni, anche se non si ripete la straordinaria performance del 2017. La spesa internazionale del turismo culturale tradizionale, incentrato sulle città d’arte, ha sfiorato i 16 miliardi continuando a rappresentare da solo quasi il 58% del totale delle entrate per vacanza nel Bel Paese (dati CISET su dati Banca d’Italia).

Nel 2018 mostra però un rallentamento: CISET su dati Banca d’Italia evidenzia come l’incremento del 2% rispetto all’anno precedente sia più contenuto rispetto al +8,3% del 2017 e alle performance del biennio 16-17, il tutto dovuto a una diminuzione dei pernottamenti. La spesa pro-capite continua a crescere. A questa cifra vanno comunque aggiunti 1,8 miliardi di spesa dei turisti del “paesaggio culturale”: la vacanza culturale in cui entrano anche elementi di enogastronomia, ruralità e natura continua a crescere in termini di numero di arrivi (dati CISET su dati Banca d’Italia).

Nonostante la diminuzione dei pernottamenti, anche nel 2018 le province di Roma, Venezia, Milano, Firenze e Napoli concentrano oltre il 46% delle entrate totali per turismo internazionale (Doria – Banca d’Italia, 2019). I dati MIBAC elaborati da CISET mostrano la tendenza dei visitatori a fermarsi presso alcune grandi icone del patrimonio: i primi 5 attrattori tra musei, siti e aree archeologiche raccolgono infatti oltre il 30% degli oltre 55 milioni di visitatori.
Colosseo, Pompei, Uffizi e Accademia a Firenze e Castel Sant’Angelo rappresentano addirittura quasi il 60% degli introiti, con Pompei e circuito del Colosseo che generano il 41%.



Categorie:Le notizie

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