Bloccare l’autorizzazione concessa alla società Edison Spa: lo chiedono i Gruppi civici della Bassa Romagna

L’area oggetto della concessione riferita allo Stoccaggio EDISON denominata “Sito S.Potito/Cotignola”.

Il portavoce di Partecipazione sociale Gilberto Minguzzi e il portavoce di Alfonsine solidale Angelo Antonellini hanno scritto una Lettera aperta al Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio e al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per bloccare l’autorizzazione concessa alla società Edison Spa ad operare nel sito di San Potito/Cotignola per lo stoccaggio sotterraneo di metano.

“La versione finale del decreto “semplificazioni” rafforza tutti gli interrogativi sorti recentemente in relazione alla richiesta di aumento della pressione dello stoccaggio del gas nel sito ex ENI di San Potito/Cotignola. – scrivono Minguzzi e Antonellini – In realtà il territorio investito si allarga a porzioni dei comuni di Bagnacavallo, Solarolo, Castel Bolognese, Faenza e soprattutto a buona parte del Comune di Lugo.”

“L’iter seguito non ha cambiato le cose per le attività di stoccaggio di gas naturale in sotterraneo che continuano a rivestire “carattere di interesse strategico” e “di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”, come previsto dall’operazione “sblocca Italia” varata dal governo Renzi l’11 novembre del 2014. Ormai è storia vecchia: “Edison Stoccaggio” aveva rilevato dall’ENI il giacimento esaurito per riempirlo di gas nel periodo estivo per poi svuotarlo nel periodo invernale, non nascondendo i risvolti economici dell’investimento che però si sono rivelati più ridotti: la capacità di stoccaggio non era di 400 milioni di metri cubi ma soltanto di 220. Inizia da qui il pressing della concessionaria per recuperare una capacità di stoccaggio in linea con le aspettative iniziali, fino alla richiesta di un aumento della pressione superiore a quella giudicata naturale di 200 bar (da subito del 7% e poi del 20%). Il tutto sulla base di un semplice “studio ambientale” commissionato da Edison Stoccaggio ad un’azienda di sua fiducia.”

“Le reazioni dei residenti non si sono fatte attendere: hanno origine da una serie di preoccupazioni, fatte proprie dall’Unione del Comuni della Bassa Romagna e contenute nelle posizioni espresse dalle istituzioni competenti con prese di posizione e lettere inviate anche alle autorità con “osservazioni” che lamentano: 1) L’inosservanza del mutato quadro programmatorio e pianificatorio regionale inerente il rischio alluvioni e la pianificazione urbanistica provinciale e locale; 2) La necessità di disporre di risultati più attendibili, circa la permeabilità orizzontale e verticale; 3) L’opportunità di verificare nel dettaglio l’entità della possibile sismicità indotta; 4) L’incertezza sulle sollecitazioni indotte da ripetuti cicli di stoccaggio/erogazione del gas e il pericolo di generazione di microsismicità della roccia serbatoio e dei depositi di copertura; 5) Gli effetti delle prove di iniezione (5/6 mesi ogni anno); 6) Gli effetti dei valori di sovrappressione dinamica previsti dal proponente; 7) Le incertezze sugli effetti indotti nel sottosuolo in relazione alle caratteristiche diverse del giacimento rispetto al 2007; 8) Gli effetti sulla rete scolante circa la deformazione del suolo anche in relazione ad altri progetti di coltivazione e stoccaggio contigui all’area dello stoccaggio Edison anche in relazione alla microsismicità; 9) Non pare definita la pericolosità sismica naturale del sito con particolare riguardo alla presenza di zone sismogenetiche.”

“Si annotano inoltre una serie di incoerenze circa le proposte riguardanti le caratteristiche della rete di monitoraggio delle deformazioni del suolo e della sismicità, specie in rapporto con gli indirizzi e le linee guida del MISE e la sostanziale difformità rispetto al progetto originario autorizzato oltre 10 anni fa; la mancata previsione di una rete di monitoraggio per il rilevamento di fuoriuscite al suolo e negli acquiferi. Per queste ragioni l’Unione dei Comuni chiese inutilmente in data 3 maggio 2018 di assoggettare alla procedura di VIA anche il progetto di esecuzione delle prove di iniezione per un maggior dettaglio conoscitivo, programmatico, progettuale e ambientale al fine di poter valutare compiutamente le proposte progettuali, con dati più attendibili, e quindi, in ultima analisi, più cautelativi, in grado di tutelare la sicurezza del territorio in relazione ai suoi già delicati equilibri ambientali e idrogeologici. Dato quanto esposto chiediamo quindi la sospensione del progetto e l’applicazione del principio di precauzione, con avvio della procedura di VIA e assunzione di tutte le misure atte a salvaguardare la sicurezza del territorio e delle popolazioni interessate.” Così si conclude la lettera firmata dai portavoce di Partecipazione Sociale e Alfonsine Solidale.



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