Dal governo «subito 50 milioni di euro» contro il dissesto idrogeologico, ma servono 40 miliardi – In compenso in Parlamento approdano due condoni, per Ischia e per il centro Italia.

foto di repertorio

Sono circa 6mila i Vigili del fuoco mobilitati lungo tutta Italia per tamponare come possibile l’urto del maltempo che si è abbattuto sul Paese, l’ennesima dimostrazione degli effetti che un clima ormai tropicalizzato a causa dei cambiamenti climatici può portare quando si abbatte su un territorio bello quanto e fragile e lasciato in balia del dissesto idrogeologico. Un disastro che anche stavolta ha mietuto le sue vittime: finora sono dieci le morti accertate.

A emergenza ancora in corso si torna dunque a parlare di prevenzione, prima che il tema scompaia di nuovo dall’agenda mediatica e politica. Al proposito il ministro dell’Ambiente Sergio Costa «il drammatico bollettino di questi giorni a causa del maltempo, purtroppo ancora una volta, e l’evidente fragilità del territorio italiano, ribadiscono l’urgenza di intervenire con una programmazione di breve-medio-lungo periodo per la prevenzione del dissesto idrogeologico, una delle mie priorità sin dall’insediamento. Proprio per questo abbiamo voluto approntare – e ciò è avvenuto per la prima volta – un programma finanziato e definito per la manutenzione del territorio, che prevede subito 50 milioni per progetti strutturali, oltre a una road map ferrea e articolata che porterà in tutta Italia, a partire dalle zone più a rischio, 900 milioni di euro a triennio contro il dissesto. I fondi per la manutenzione in particolare sono una prima risposta significativa alle richieste degli enti locali, e si aggiungono a quelli regionali e vanno inquadrati nell’ambito di una programmazione complessiva di lungo periodo di oltre 6 miliardi di euro destinati a interventi contro il dissesto idrogeologico».

Peccato solo che lo stanziamento da 50 milioni di euro previsto «subito» dal ministero dell’Ambiente debba confrontarsi con le esigenze complessive del territorio. Lo stesso ministero dell’Ambiente, nel 2013, ha stimato infatti 40 miliardi di euro il fabbisogno per rimettere in ragionevole sicurezza l’Italia sul fronte del dissesto idrogeologico. Mentre cambiano i governi, la risposta a quest’esigenza rimane dunque ampiamente insufficiente, come notammo su queste pagine già nel 2015 (a proposito di «prima volta»), durante la presentazione del Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico voluto dal governo Renzi. Allora il Piano venne presentato dalla Struttura di missione #Italiasicura: a maggio 2017 erano 1.108 gli interventi programmati dal governo contro il dissesto idrogeologico, ma quella data  speso dei 29 miliardi di euro in ballo era stato speso appena il 4,86% del totale. È bastato attendere ancora un anno, e con l’arrivo del governo M5S-Lega la struttura di missione è stata addirittura abbandonata. Adesso la giostra ricomincia, e con una marcia in più: quella dei condoni

Fonte: Greenreport



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