Il carciofo è una delle poche produzioni agricole della Sardegna a varcare il Tirreno, nel tempo però ha subìto un declino sul piano del reddito a causa dell’aumento dei costi di produzione e degli sbalzi dei mercati. Ne dà notizia “greenplanet” che spiega come “CarBio”, lanciato recentemente, dopo le prime sperimentazioni suggerisce una svolta biologica per il carciofo spinoso sardo. La novità è che con lo sfruttamento delle tendenze di mercato, con il buon senso e maggiore attenzione verso la sostenibilità “ci si può anche guadagnare”.
Infatti i risultati della sperimentazione dimostrano che i livelli di concimazione adottati dalle aziende sono superiori a quelli necessari. Per esempio, “inserendo il carciofo all’interno di un sistema colturale che prevede avvicendamenti con colture di altro tipo, ci possono essere benefici notevoli. Coltivando in contemporanea una leguminosa, questa una volta raggiunta una certa fase può essere trinciata rilasciando nel terreno quell’azoto che accumula in gran quantità e sostituendo così la concimazione chimica. Tecnica utile anche per combattere le infestanti. Già solo abbattendo le spese per i fertilizzanti si compie un primo passo importante’.
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