Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati dalle Regioni Puglia e Abruzzo e di numerosi altri Enti contro il ministero dell’ambiente e la compagnia Spectrum Geo, dando così il via libera alle prospezioni e ricerca di gas e idrocarburi – e alle successive trivellazioni – al largo della costa adriatica, da Rimini a Termoli e da Rodi Garganico a Santa Maria di Leuca. Abruzzo e Puglia chiedevano l’annullamento del parere di compatibilità ambientale del ministero dell’ambiente per i “permessi di prospezione” al largo delle coste di Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, confermando le sentenze di primo grado dei Tar.
Regioni ed Enti locali erano preoccupati soprattutto per l’utilizzo della tecnica dell’airgun, il metodo di ricerca più utilizzato nel settore delle attività estrattive, che prevede il rapido rilascio di aria compressa nell’acqua, generando onde a bassa frequenza e rappresenta un’importante fonte di inquinamento acustico dell’ambiente marino. Sono numerosi gli studi internazionali e nazionali che confermano la dannosità dell’utilizzo di questa tecnica che può avere ripercussioni sulla fauna marina anche a diversi chilometri di distanza dal punto di effettiva esplosione. Ma il Consiglio di Stato ha ignorato tutto questo e ha risposto che «I motivi sono in parte infondati e in parte inammissibili».
Le associazioni ambientaliste e i comitati no-triv sono di nuovo sul piede di guerra e Il Coordinamento Nazionale No Triv ricorda che «Rimaste ai margini della campagna elettorale, le trivelle irrompono di prepotenza sulla scena dell’imperituro conflitto tra chi è a favore e chi è contro l’attuale modello energetico, accentratore e fondato sullo sfruttamento delle fonti fossili. Complice la “politica” che fino ad oggi ha lasciato fare il bello ed il cattivo tempo alle compagnie Oil&Gas, la sentenza del Consiglio di Stato ha dunque rimosso ogni residuo ostacolo alle attività della compagnia inglese Spectrum Geo nel Mare Adriatico in un’area vasta 30.000 kmq.
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