Il 6 marzo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto che regola il funzionamento del Fondo nazionale per l’efficienza energetica e ne definisce priorità, criteri, condizioni e modalità di funzionamento, gestione e intervento. Sulle base di obiettivi e priorità stabiliti dal decreto e dai successivi aggiornamenti, il Fondo punta a favorire il finanziamento di interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica. «Un atto atteso da tempo visto che era disposto già nel decreto legislativo 102/2014 e costituisce un fondamentale tassello nell’ambito della più generale Strategia Energetica Nazionale (SEN).
Il Fondo nasce con l’obiettivo di supportare il finanziamento di interventi di efficienza energetica su edifici, impianti di teleriscaldamento e processi produttivi. I destinatari sono esclusivamente imprese italiane e Pubbliche amministrazioni, Modellato sul Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese del Mise, il nuovo meccanismo ha natura rotativa e offrirà garanzie e finanziamenti a tasso agevolato (fino all’80% dei prestiti erogati) promuovendo il coinvolgimento di istituti finanziari e investitori privati, sulla base di un’adeguata condivisione dei rischi».
Sulla base di apposita convenzione con il ministero dello sviluppo economico e con il ministero dell’ambiente, stipulata entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto, a gestire il Fondo sarà Invitalia che per l’avvio della fase operativa potrà contare su 150 milioni di euro già resi disponibili dal Mise , che destinerà anche circa 35 milioni di euro ogni anno per il triennio 2018-2020.
Inoltre, il Fondo sarà alimentato con le risorse messe a disposizione dal ministero dell’ambiente e potrà potrà essere incrementato con versamenti volontari di contributi da parte di amministrazioni centrali, regioni, altri enti e organismi pubblici ed organizzazioni non profit, comprese le risorse derivanti dalla programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei. Queste amministrazioni potranno stipulare appositi accordi con i ministre dello sviluppo economico e dell’ambiente che, in conformità al decreto, disciplinano le modalità di accesso ai benefici.
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