“Il rapporto dell’America con il resto del mondo in quest’epoca di transizione e rottura è nei pensieri di tutto il mondo è stato il commento di uno dei massimi esponenti turistici americani. Washington è una delle città più visitate e meno comprese. La capitale non è solo il caos che sentite nelle notizie, è in verità una città vibrante di parchi e caffetterie. Abbiamo bisogno di visitatori internazionali, per realizzare che possono venire a vedere questi posti con i loro occhi, e che l’America li vuole”.
Si auspica che dall’amministrazione Trump arrivino segnali di apertura a una relazione più “ospitale” nei confronti dei viaggiatori. Per il momento all’attivo ci sono diverse preoccupazioni: l’electronics ban (divieto di imbarcare pc e altri strumenti elettronici) che fa perdere clienti alle compagnie aeree mediorientali, le quali di conseguenza cancellano le operazioni sugli Usa (con sollievo delle americane, ndr); la Casa Bianca che ha richiesto alla Corte di ristabilire il “Divieto di viaggio” verso i cittadini di alcune nazioni a maggioranza musulmana, sospeso perché alcuni tribunali l’hanno dichiarato discriminatorio. Altro elemento di preoccupazione deriva dalla marcia indietro del Presidente sul disgelo con Cuba. Infatti – secondo una analisi fatta dai tour operator americani questa decisione farebbe perdere alle compagnie aree e di crociera statunitensi 3,5 miliardi di dollari e 10 mila posti di lavoro entro 2021, alla fine del mandato dell’attuale presidenza