Il treno di Fusignano – Riassunto di letture e una “nota autobiografica” sul Tramvia Lugo, Fusignano, Alfonsine, che funzionò per un po’ 130 anni fa.

TramviaIn tempo di nebbie, smog e inviti a “non usare l’auto” arriva il ricordo di quanto letto a suo tempo sull’epoca, per la verità molto breve, di quando c’era il “treno di Fusignano”, cioè il tramvia a vapore che 130 anni fa collegava Alfonsine con Fusignano e Lugo.
Ripescando dagli archivi il “quaderno n. 5” della “Biblioteca Vincenzo Monti di Fusignano” promosso nel 1969 dalla Cooperativa Culturale Giuseppe Mazzini di Fusignano, uno scritto di Osvaldo Contarini, risulta che il centro della Romagna Estense, fin dal 1865, aveva mostrato un largo interesse per ottenere una linea ferroviaria statale anche a costo di “dover affrontare impegni finanziari gravosi rispetto al bilancio economico dell’epoca”.

Quel che segue è un assemblaggio di ampi stralci presi da quanto riportato nell’artic “quaderno citato”. Scrive l’autore che falliti i tentativi di avere una ferrovia statale “si dovette ricorrere a trattative con imprese private”. Alterne vicende procrastinarono la costruzione proposta nel 1882. Il tronco ferroviario venne ultimato nel tratto fra Fusignano e Lugo entro la fine del 1884 ed entrò in funzione il 1 gennaio 1885. L’intero tracciato Lugo-Fusignano-Alfonsine fu inaugurato ed entrò in funzione il 14 giugno 1885 (circa 130 anni fa).
“La linea tramviaria si svolgeva per una lunghezza di 17,585 chilometri, con stazioni terminali a Lugo ed Alfonsine, con altre undici fermate intermedie. Il costo dell’intera opera, compresi il materiale fisso e mobile, l’acquisto dei terreni, la costruzione di edifici e la manodopera raggiunse la cifra di quattrocento mila lire”.

La Stazione di Lugo
La stazione di Lugo era situata sull’attuale Viale Masi ed era composta da due edifici: una tettoia per ricovero dei treni e una casa per abitazione, uffici ed officina. Il percorso passava sul circondario nord fino all’incrocio di via Mentana (al tempo Via Quarantola), sulla sinistra della sede stradale e poi, passava dalla parte destra nel punto nel quale ora si trova una rotonda col bivio sulla via Piratello verso Bologna o Ravenna. Le fermate: Piazza Garibaldi a Lugo; all’incrocio (ora c’è una maxi rotonda) sulla Via S. Andrea che collega S. Potito e Ascensione/Cà di Lugo. A livello della via per Bizzuno c’era uo scambio con fermata obbligatoria. Fino a qualche decennio fa c’era ancora “un’area abbandonata larga circa 4 metri e lunga un centinaio” nella stessa posizione in cui oggi c’è la vendita di prodotti per l’agricoltura.

Il treno a Fusignano.
Con la fermata successiva si entrava nel territorio di Fusignano, al “Pilastrino” dove la linea del tramvia “abbandonava la sede stradale per continuare in sede propria lungo l’argine destro del Canale del Mulino, dove ora si trova la via Ex Tramvia”. Al mulino, fermata facoltativa, poi il treno girava a destra percorrendo la strada che arriva da Maiano Monti (al tempo si chiamava Via del Mulino) fino alla Via Fornace e poi ancora a destra, dopo un centinaio di metri, imboccava la circonvallazione (oggi Via Vittorio Veneto). La stazione di Fusignano era posta di fronte al Vicolo Bresciani (oggi Via Roma) sul terreno occupato attualmente dalle scuole elementari. In realtà non vi era neppure una vera e propria stazione ma “una zona di scambio e di fermata priva di qualsiasi abbellimento architettonico”. Il treno volgeva poi a nord lungo il lato est di Via Cantagallo, con fermate alla “Casa Rossa”; alla Chiesa di S. Savino e sulla destra di via S. Savino a un centinaio di metri oltre il bivio “la Cella” con la Via Stroppata Vecchia nell’angolo del quale si trova oggi un ristorante.
Continuava poi sulla Via Stroppata, con uno “scambio” da qualche tempo ricordato anche da un cartello che contrassegna la località nei pressi dell’incrocio con Via Placci.

Verso Alfonsine
Continuando sulla via Stroppata sempre sul lato est la Tramvia entrava nel territorio di Alfonsine con una fermata all’incrocio con la Via Nuova (a sinistra) e poco dopo con la Via Fiumazzo Pini (a destra) ancora in territorio fusignanese. Poi riprendeva la sua corsa fino ad una fermata all’incrocio di Via Borse (chiamata da sempre dei due ponti) dove “volgeva a levante e continuava lungo il lato meridionale di via Borse fino all’incrocio con l’attuale via Tramvia nella quale si immetteva tenendosi sul suo lato ovest. Proseguiva così per circa duecento metri per giungere alla Stazione di Alfonsine; questa si trovava al vertice dell’angolo formato attualmente dai due tronchi ortogonali della Via Tramvia”. La stazione era formata da un solo edificio il quale serviva da abitazione, magazzino e ufficio.
Per riprendere il racconto di Contarini “dalla Stazione il treno, per riprendere il suo viaggio di ritorno, proseguiva lungo il tronco est di via Tramvia fino al fiume; qui girava verso sud, lungo il lato ovest della strada che costeggiava l’argine sinistro del Senio, successivamente girava all’incrocio con via Borse, lungo il lato settentrionale della medesima, ed a livello della via Tramvia si immetteva sul binario posto sul lato meridionale di via Borse per proseguire così la sua corsa verso Fusignano, prima, e Lugo poi”.

Composizione del materiale mobile.
Il materiale era composto da quattro locomotori (ognuno della forza di 45 cavalli), quattordici carrozze delle varie classi (prima, seconda, giardiniere, posta, bagagli) adornate dagli stemmi dei 3 comuni interessati e 17 carri per trasporto merci e bestiame.
Questa interessante ma sfortunata esperienza si concluse nel 1886. La società del Tramvia annunciò la chiusura del servizio per il 31 luglio, termine che fu poi dilazionato fino al mese di agosto.
Seguirono tentativi di salvataggio, contestazioni, approcci con altre società private per tentare un rilancio a anche “nel 1892 un’assemblea di industriosi cittadini fusignanesi decise di formare una società per riattivare il Tramvia; però anche questa nuova iniziativa, come le precedenti, finì miseramente in quanto mancarono le sottoscrizioni necessarie”.

Nota aggiuntiva: la stazione di Alfonsine del “Tranvai” e ciò che ne è seguito (il capanno dei birocciai, la fontana e, alla fine, una strada e tante case nuove). 

Fin qui gli stralci del prezioso lavoro riportato dal “quaderno” della Biblioteca Vincenzo Monti di Fusignano. Ma mi sento, essendo nato ed avendo abitato per quasi 20 anni in via Tranvia, a pochi passi dal luogo nel quale era ubicata la stazione di Alfonsine, di tentare un ripescaggio di memoria aggiungendo ricordi sui decenni successivi al tempo in cui per un breve periodo dall’angolo della via partiva la Tramvia per Fusignano e Lugo. Si tratta ovviamente di memorie in  parte ereditate nell’ambito familiare.  La lettura del lavoro di Contarini mi porta cercare di ricordare lo stato del luogo che vide in seguito tracciata via F.lli Rosselli e vennero costruite da un lato le prime case del Genio Civile e dall’altro quelle dell’UNRRA nelle quali a cantieri aperti noi ragazzi andavamo a giocare. Se la memoria non mi tradisce, fino all’inizio dei lavori per realizzare il “paese nuovo” vi trovavano posto un capanno di “birocciai” per il ricovero dei carri e anche dei cavalli da traino. A fianco c’era il deposito di raccolta di rottami, stracci e materiali vari che oggi forse chiameremmo isola ecologica per il riciclaggio dei rifiuti. Allora si diceva “a veg da la Martina” citando il nome della persona che lo gestiva. Quasi sulla strada, a filo con il margine del percorso coperto di ghiaia, era presente anche una fontana (un pozzo artesiano) alla quale attingere acqua da bere e per gli altri usi degli abitanti della contrada. Mi piace ricordarla bella, larga, quasi monumentale. Si scendevano alcuni scalini e ai lati si trovavano vasche per il lavaggio dei panni. Era contornata da un muretto che serviva da sedile per i gruppi che si ritrovavano dopo le fatiche del lavoro per “fare trebbo”. Era un po’ il “social network” a misura d’uomo nel quale trovavano posto pettegolezzi, discussioni e veri e propri scontri nella vivace battaglia politica di quegli anni, durante i quali c’era il bisogno e la grande voglia di “partecipare” e lo si faceva all’aperto, a voce alta.
Non so quando sia stata costruita la fontana, ma sono portato a pensare che fosse lì da molto tempo e avesse avuto a che fare anche con la necessità di attingere acqua per le locomotive “a vapore” della Tramvia e poi con i cavalli dei birocciai.

A cura di Luigi Rambelli

Bibliografia:
– Osvaldo Contarini, Il tramvia di Fusignano, Quaderni della Biblioteca “Vincenzo Monti” di Fusignano, Edizione Fratelli Lega, Faenza, 1969.
– Sergio Totti, Imprenditori romagnoli di fine Ottocento. La tranvia Lugo-Fusignano-Alfonsine, Società Editrice Il Ponte Vecchio, Cesena, 2006.

Carta del percorso del Tramvia Lugo, Fusignano, Alfonsine.

 

 

 

 



Categorie:Dall' Emilia Romagna, I documenti

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