Meno turisti e meglio alloggiati per una città che ricordino più volentieri, sembra la filosofia di Ada Colau. Ha ragione? Ada Colau è un sindaco giovane (41 anni), fresco (è stata eletta lo scorso 13 giugno) e forte (in quanto a schieramenti, ‘appartiene’ a Podemos) in una città di grande richiamo turistico, oltre che di costante attualità nella politica ed economia spagnola, Barcellona.
La sua prima mossa, accanto all’impegno nei confronti di povertà e disuguaglianza sociale, punta a regolarizzare proprio la risorsa principe del turismo.
Ormai in città i turisti superano anche di 4 volte gli abitanti e i racconti, anche per immagini, di quanto a volte superino i limiti della decenza (noi italiani ci siamo distinti, ad esempio, nel correre ubriachi per le strade), si moltiplicano.
La Colau non vuole che Barcellona diventi una nuova Venezia (e su questa opinione si potrebbe aprire un dibattito) e per frenare innanzitutto gli aspetti deteriori legati al turismo ingaggia subito una lotta alle irregolarità. Sono state date troppe licenze per gli alloggi turistici? Bene, iniziamo a frenare su quelle. Così, ecco un secco no a 30 nuove richieste.
E’ il primo passo ma un passo deciso. Il programma definitivo, che il sindaco vuole discutere pubblicamente, è previsto per l’inizio del 2016 ma una cosa sembra certa, vuole mirare alla restaurazione di un turismo di qualità rispetto a uno di quantità.
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