Pericolo frane ed alluvioni. Perchè non si previene il rischio idraulico aiutando i fiumi “a fare i fiumi”?

102_1187Il periodo autunnale ha visto una rinnovata attenzione per la situazione dei fiumi in tutta Italia e anche nella regione Emilia Romagna specie dopo i disastri di Genova, di Roma, della Maremma, ma anche di Modena e poi di Parma cui sono seguiti allarmi della protezione civile per la situazione in tutti i bacini fluviali dell’Emilia Romagna.
La distanza fra la popolazione civile e la gestione istituzionale che si è registrata nelle votazioni del 23 novembre per la scelta del nuovo consiglio regionale, si è misurata anche con la differenza di sensibilità fra i cittadini in preda alla preoccupazione per la propria incolumità e per la conservazione dei loro beni e le risposte (o non risposte) delle strutture pubbliche. La risposta della Pubblica Amministrazione a questo fenomeno dovrebbe arrivare dall’ennesimo comitato tecnico costituito dalla Regione Emilia Romagna composto da ben 27 organismi istituzionali senza neppure l’ombra di soggetti che non facciano già parte dell’establishment che ha gestito la questione fino ad ora.
Di fronte ad un problema come quello del dissesto dei fiumi c’è stata (quando c’è stata) una risposta sparpagliata. Chi si è preoccupato delle frane (generalmente i comuni di montagna), e chi della capacità dei fiumi di smaltire l’acqua che arriva da monte (i comuni della bassa che vivono accanto a corsi d’acqua di tipo pensile, con letti dei fiumi più alti del territorio circostante).
Non serve a molto, se non a biasimare i comportamenti del passato, constatare che abbiamo costruito troppo senza lasciare ai corsi d’acqua lo spazio necessario per garantire un maggiore assorbimento delle sostanze organiche, una sufficiente penetrazione delle acque nelle falde (e quindi una quantità più adeguata per irrigazioni dei terreni agricoli (al posto delle pericolose e costossissime dighe a monte). Ma così non è stato ed ora ci ritroviamo con fiumi resi veri e propri canali e a pressochè inutili, se non dannose, invocazioni a tagliare tutto ciò che potrebbe frenare la corsa a mare della corrente “facendo di tutta l’erba un fascio”. Ed ogni comune viene invitato dai propri cittadini a tagliare tutto ciò che si trova negli argini del suo territorio, spostando il problema nel territorio a valle. Lo stesso intervento (una mozione) chiesto dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, se ha il pregio di porre il problema un po’ più in largo ha il grave difetto di ignorare la logica del fiume che non conosce confini amministrativi e si ostina a scorrere dalla sorgente alla focei. E’ a questo livello che bisogna porsi lavorando un po’ più insieme. A partire dalla sorgente si pongono i problemi dell’abbandono della montagna, della manutenzione dei boschi, della riduzione della velocità della corrente nell’unico modo in cui si può, dopo aver tolto ai fiumi lo spazio per dominare le piene (ampie anse e spazi golenali). In sostituzione di queste si deve quindi fare ricorso alla realizzazione di aree che contengano le piene (casse di espansione) da realizzare nella misura necessaria e ovunque si può, cercando di “aiutare a fiumi a fare il loro mestiere di fiumi” (che non è quello delle fogne o delle “piste da bob” ma di garantire sufficiente rifornimento di acque superficiali) smettendola di pretendere di mettere le mutande ai corsi d’acqua. Certo serve la manutenzione delle sponde e – caso mai – la piantumazione di essenze con radici forti e lunghe in grado di tenere le terra degli argini. E a proposito di tagli, vigilare affinchè non vengano lasciati sul terreno alberi abbattuti che, come avvenuto in settembre sui versanti dell’Alta Valle del Santerno, arrivano negli alvei dei corsi d’acqua e correndo a grande velocità abbattono i ponti. (Vedi foto).

Link:

– Flashmob alle casse di espansione del Senio in costruzione

– Sicurezza Idraulica: Un passo avanti e due indietro

– Sulle casse di espansione del Senio il servizio tecnico di bacino sconfessa la Regione Emilia Romagna?



Categorie:Dall' Emilia Romagna, Le opinioni

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