Un articolo di Gino Rubini, esperto di salute e sicurezza sul lavoro –
Cerchiamo con precisione e senza essere pesanti di rappresentare ciò che sta avvenendo in Italia sul tema del lavoro, dei diritti dei lavoratori, sull’occupazione.
Il presidente del Consiglio dei Ministri del governo italiano, pervenuto a tale responsabilità legittimato solo dal voto delle primarie del suo partito, senza una elezione a suffragio diretto da parte dei cittadini, si propone di cambiare l’Italia cominciando dal taglio dei diritti dei lavoratori. Il suo governo ha ricevuto il voto di fiducia da un Parlamento che è stato eletto con una legge elettorale giudicata incostituzionale…
Secondo le teorie tardo liberiste di questo leader la priorità per guarire da tutti i mali l’Italia sarebbe quella di cancellare lo Statuto dei lavoratori e riscrivere le norme del lavoro in modo tale da togliere tutti i lacci e lacciuoli che , a suo dire, impedirebbero la ripresa economica e il fluire degli investimenti verso nuove imprese.
L’insieme dei discorsi del Presidente del CdM e dei suoi ministri lasciano trasparire la scarsa conoscenza delle cose di cui sproloquiano.
L’obiettivo di attrarre investimenti e di mettere in moto nuove attività che creino occupazione è più che condivisibile. Ma sono petizioni di principio generiche. Nei loro discorsi non appare mai una riflessione seria e la proposta di una visione e di una strategia su quale posizionamento dovrà occupare nei prossimi decenni l’Italia nella divisione internazionale del lavoro.
Non vi è nessuna idea su quali vie di sviluppo e in quali settori puntare tutte le energie e le forze per realizzare di nuovo l’eccellenza italiana sui mercati mondiali.
Vogliamo essere eccellenti nella fabbricazione di manici di scopa o nella costruzione di macchine sofisticate ad elevate tecnologie ? Queste scelte darebbero origine a strategie molto diverse sia per quanto attiene la formazione dei lavoratori, l’orientamento degli investimenti e le politiche d’incentivazione per quegli imprenditori che volessero mettersi in gioco.
E’ chiaro che la scelta di collocare l’Italia nelle eccellenze tra i fabbricanti mondiali di manici di scopa e di spazzolone non implicherebbe grandi discussioni sui diritti dei lavoratori. Sarebbe sufficiente ridurre salari e diritti al punto tale da rendere competitiva l’offerta di lavoro italiana con quella dei paesi asiatici più poveri.
Ben altre politiche industriali e di valorizzazione del lavoro richiederebbe la scelta di fare ritornare l’Italia competitiva sui mercati mondiali dell’alta tecnologia nella produzione di beni strumentali durevoli, software di elevata qualità, ecc. Sistema di formazione di alta qualità, fidelizzazione dei lavoratori da parte delle imprese, elezioni di rappresentanze autorevoli dei lavoratori, sindacato forte e in grado di mantenere la parola data, salari dignitosi e grande cura delle relazioni tra impresa e lavoratori…
Il governo Renzi va in direzione contraria a queste strategie di valorizzazione del lavoro necessarie per produrre prodotti ad alto valore aggiunto.
Le scelte del governo Renzi, con il job acts, la cancellazione dello Statuto dei lavoratori fanno presagire che la scelta sia quella della ricerca dell’eccellenza nel campo della produzione dei manici di scopa e non di quella delle vie alte dello sviluppo. Si vuole un lavoratore impaurito, alla mercè degli umori del padroncino o del capo reparto che lo può licenziare “ad nutum”. Nessuno oserà più chiedere miglioramenti o denunciare le cose che non vanno bene, prevarranno forme diverse di comando controllo basate sulla cultura del biasimo ( blame culture ). Con questi modelli relazionali si possono produrre solo manici da scopa, rondelle e tappi a corona, e forse neppure quelli. Per dare un’idea su dove sia collocata l’Italia ora nella divisione internazionale del lavoro e delle produzioni tecnologiche, ho visto a IFA, grande fiera dell’elettronica di consumo, qua a Berlino, che nel campo della comunicazione e telefonia, erano presenti alcune aziende italiane, poche, produttrici di astucci e cover per smartphone. Per l’appunto produttrici di astucci, non di smartphone o di altre apparecchiature ad alto valore aggiunto.
Questo sito si occupa da quasi vent’anni del tema della salute e della sicurezza nel lavoro e ritiene, da sempre, suo dovere fare una battaglia di chiarezza sulle norme che regolano i diritti dei lavoratori perchè dalle condizioni più complessive di vita nel lavoro dipendono la valutazione e gestione dei rischi in azienda. Le scelte del governo Renzi in materia di riduzione dei diritti dei lavoratori avranno un impatto gravissimo sulle condizioni di sicurezza nel lavoro. Questo governo farà arretrare le condizioni di lavoro e regredire a livelli primitivi le relazioni industriali con danni enormi al patrimonio di salute fisica e psichica della popolazione che vive del proprio lavoro.
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