Milano: la raccolta differenziata tocca il 51,8% a Bologna solo il 39,2% – Il bilancio HERA 2013 segna un aumento dell’utile netto del 38%: azienda pubblica di servizi o agenzia delle entrate?

OLYMPUS DIGITAL CAMERAA Milano: la raccolta differenziata tocca il 51,8%. A Bologna solo il 39,2% – Il gruppo HERA insegue al 50% e i suoi principali dati in crescita sono la produzione di energia da rifiuti e l’utile netto (più 38% rispetto ad un anno fa). C’è da chiedersi quale sia l’obiettivo che perseguono gli azionisti pubblici oltre al riparto degli utili e benefit come il sostegno ad eventi e la sponsorizzazione di manifestazioni con costi che vengono scaricati sulle bollette e quindi a carico degli utenti del servizio.
Queste domande sorgono dopo l’annuncio che “la percentuale dei rifiuti raccolti differenziatamente nel capoluogo lombardo è in costante aumento. Nel mese di luglio è arrivata infatti per la prima volta sopra il 51%, precisamente a quota 51,8, mentre a giugno si era fermata al 49,8%. Nella seconda metà dell’anno, con l’ulteriore estensione dell’umido, si arriverà probabilmente vicini al 55%” (Fonte: l’Eco dalle Città).
Nonostante il risultato raggiunto, ancora inferiore ai livelli indicati dalle normative in vigore si tratta comunque di un risultato interessante specie se si considera che da sempre il capoluogo lombardo viene indicato come esempio negativo nella gestione ambientale (vedesi la pluridecennale vicenda dei ritardi nella depurazione delle acque delle fognature).
La notizia sorprende se si considera che il gruppo HERA, con una maggioranza qualificata di azionisti pubblici dichiara nel proprio bilancio una quota di raccolta differenziata che, pur aumentando nell’ultimo periodo di oltre il 13%, ha raggiunto a stento il 50% del totale dei rifiuti prodotti. I dati di ARPA Emilia Romagna testimoniano che nessuna provincia dell’Emilia Romagna ha raggiunto l’obiettivo del 65% fissato dalla normativa nazionale. Alcune hanno superato il 60% (tra queste Rimini) e altre mostrano valori compresi tra il 50 ed il 60% (Modena, Ravenna, Ferrara e Forlì – Cesena). La provincia di Bologna, ha raggiunto il 48,8%. Aumenta in modo singolare anche la quantità di rifiuti della produzione di energia elettrica da rifiuti (+ 11,6%). Eppure si tratta di un’azienda che gode di molti riconoscimenti e certificazioni di vario genere che vengono sventolate come prova di efficienza e sostenibilità.
Scorrendo i dati di bilancio si apprende inoltre che l’utile netto è aumentato nel 2013 del 38%. Trattandosi di un’azienda che in gran parte eroga servizi in concessione dagli enti locali tramite convenzioni che prevedono compensi valutati sulla base dei costi del servizio resta da capire se in realtà ci si trovi di fronte non ad un’azienda che svolge un servizio pubblico ma ad una struttura alla quale vengono delegate funzioni di finanziamento delle casse delle amministrazioni locali che concedono il servizio.
Non si può certo consegnare il compito di decidere le politiche di risparmio e l’organizzazione della partecipazione delle persone ad aziende nate con la missione di realizzare utili con l’intento – tutt’altro che nascosto – di sostenere le finanze comunali trasformando surrettiziamente le tariffe in vere e proprie tasse. Sono le amministrazioni che devono avere il coraggio di misurarsi con le necessità economiche necessarie per gli investimenti e le gestioni, andandole a discutere con il cittadini, indicando proposte e relativi costi. Si tratta di una questione di prima grandezza, specie in una materia come quella dei rifiuti, nella quale le tecnologie contano ma nulla possono se non c’è la partecipazione concreta dei cittadini, la cui collaborazione è essenziale per raggiungere gli obiettivi.
A questo punto diventa obbligatorio capire anche che peso hanno nella gestione le amministrazioni locali che decidono all’interno degli organismi di gestione visto che la proprietà pubblica è ripartita fra le tre province della Romagna con il 20,9%; la provincia di Modena con il 9,9%; la Provincia di Bologna con il 14,5%; la provincia di Ferrara con il 2,1%; la Provincia di Padova con il 5% e la provincia di Trieste con il 5,1%. In totale il 57% del totale delle azioni mentre il 34% di azioni fluttua in borsa e nella relazione di bilancio di Hera si auspica apertamente l’acquisizione anche di queste da parte di soggetti pubblici.



Categorie:Dall' Emilia Romagna, Le notizie, Le opinioni

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1 reply

  1. Lucrano sul Cip6 come sempre. Mai dimenticarlo, altrimenti si rischia di perdere il filo della storiella.

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