Nel “bailamme” di annunci, interviste, dichiarazioni, proclami e ipotesi che caratterizza da sempre la stagione turistica emerge una indagine del Consorzio Riccione Turismo effettuato fra fine giugno e primi di luglio. I risultati della rilevazione “Riccione turismo in real team” effettuata tra le oltre 70 strutture associate, saranno utili i fine stagione per capire quali sono strade da imboccare, come incrementare l’occupazione, migliorare il ricavo, incontrare la domanda, capire quali sono i mercati da curare per non essere risucchiati dalla logica del prezzo minimo “e stop” molto caro alle logiche che imperano grazie allo strapotere dei “tour operator” del digitale che usano con le imprese la stessa logica del “caporalato”. E’ emerso ad esempio che le situazioni più negative si sono registrate quando si è tentato di vendere le vacanze a prezzi stracciati.
Riccione risulta infatti essere ancora una destinazione appetibile e ricercata dal turista che è disponibile a pagare un prezzo medio superiore alle destinazioni limitrofe/competitor. Di norma i dati disponibili sul turismo fanno riferimento al numero delle presenze ma pochi si occupano del ricavo economico che è il vero parametro da considerare in una attività produttiva o di servizi. Il sondaggio riccionese ha testato l’andamento del ricavo medio. Risaltano maggiori difficoltà per le strutture a 2 stelle mentre quelle con un forte segno positivo sono quelle a 4 stelle. Pur non essendo ancora in gradi di prevedere le conseguenze dell’andamento stagionale e di altrio fattori di difficioe ponderazione mentre tra i 2 stelle solo il 20% degli intervistati prevedeva che il ricavo medio sarebbe rimasto in linea o aumentare rispetto al 2013, fra i 3 stellela percentuale saliva al 50% e tra i 4 stelle era il 100% delle strutture a prevedere un ricavo medio in linea o superiore al 2013.
Interessante anche la tendenza riferita al mercato estero. Anche in questo caso la tendenza è molto marcata verso la qualità dei servizi offerti. Solamente le strutture a 4 stelle dichiarano infatti di lavorare con il mercato estero durante la stagione estiva ma di queste il 60% ci lavora poco.
Diverse strutture a 3 stelle lavorano con il mercato estero solamente nelle ali di stagione su segmenti di mercato non tipicamente leisure (es. bike/sport).
Di fatto, ciò che maggiormente emerge dall’indagine è che ad essere meno competitive al momento, sono le strutture alberghiere che meno innovative e che hanno meno investito sul prodotto. Quelle invece pronte ad investire e a scommettere, utilizzano la crisi come volano per rilanciarsi. E i risultati danno loro ragione.
Ciò che però è ancora chiaro rispetto all’indagine, è il fatto che ad oggi Riccione è ancora troppo dipendente dal mercato italiano. I dati relativi all’andamento della domanda estera evidenziano infatti che, salvo il turismo legato allo sport, ancora oggi la città non è divenuta una destinazione internazionale. Troppe strutture non sono ancora riuscite a trovare appeal verso gli stranieri nella stagione estiva pur dimostrandosi competitive sui mercati esteri in bassa stagione.
Le tendenze rilevate nel sondaggio sono state commentate da Stefano Giuliodori, Presidente di Riccione Turismo per il quale “L’indagine ha fatto emergere un dato importante e cioè che la professionalità e gli investimenti portano dei risultati. Gli elementi per fare bene in questa stagione ci sono tutti e gli imprenditori che sanno fare turismo devono tenere duro perché poi i risultati sono dalla loro parte. C’è la possibilità di aumentare il reddito e questo implica che non bisogna assolutamente svendere. Sarebbe un autogol clamoroso”.
Sulla stessa la valutazione di Claudio Montanari, albergatore e assessore al Turismo del Comune di Riccione che sottolinea che “Questo è il momento di fare squadra e collaborare tutti insieme. L’indagine compiuta da Riccione Turismo è un’opportunità da cogliere ed è utile per guardare in prospettiva. Avere un sentimento delle prenotazioni in tempo reale serve a misurare le dinamiche in corsa e a modulare eventuali interventi”. Nonostante il sondaggio non potesse tener conto dell’andamento climatico del mese di luglio, particolamente avverso per l’attività turistica, quanto emerso appare utile non solo per la Perla Verde ma per tutto il settore dell’ospitalità. Infatti la conclusione dell’amministratore riccionese è che “Da qui poi si dovrà ripartire al termine della stagione estiva per lavorare sui mercati esteri”.
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