Gentile Signor MM,
la ringraziamo per il suo intervento e ci scusiamo se le rispondiamo con un po’ di ritardo. Ci sembra però molto utile lo stimolo che arriva da quanto ci ha scritto. Lei scrive, a commento nella nostra posizione, che non si possono mettere al momento più treni sulla linea Bologna/Budrio/Portomaggiore perché tre passaggi a livello (Via Larga, Rimesse, Via Libia) creano intasamenti al traffico automobilistico negli orari di punta. Ovviamente la fila crea smog e attese. Pone inoltre problemi di sicurezza e di degrado nelle stazioni e di riqualificazione dell’intero quartiere.
Le rispondiamo volentieri e proviamo a esplicitare meglio il nostro punto di vista dichiarandoci disponibili ad ospitare il suo sul nostro sito se riterrà opportuno continuare il dialogo.
Per iniziare, le proponiamo di affrontare i problemi che – come vedrà – non neghiamo, invertendo però l’ordine gerarchico del suo ragionamento.
1. C’è sicuramente un problema di riqualificazione del quartiere San Donato, come in tutta l’area addossata al centro. Si pone quindi, e da tempo, un problema di riqualificazione della Città di Bologna derivante anche dallo spostamento delle aree residenziali e commerciali tradizionali all’esterno del centro storico (non solo entro le mura ma anche fuori). E’ questa una delle cause dell’aumento di traffico veicolare a Bologna e nelle altre città più grandi dell’Emilia Romagna con livelli di inquinamento molto pericolosi per la salute. Ciò crea non solo smog nell’aria ma anche rumore da traffico che viene generalmente sottovalutato ma è addirittura più insidioso. E’ noto infatti che a Bologna dopo i muratori sono i commercianti la categoria più colpita da malattie professionali da rumore.
2. Ci sono gli ingorghi davanti ai passaggi a livello. Se le auto che entrano in città sono troppe da qualche parte provocheranno ingorghi. E’ comunque evidente a tutti che la soluzione non è quella di spostare gli ingorghi da un punto all’altro del percorso. La soluzione quindi non è “meno trasporto pubblico” ma “più trasporto pubblico specie su rotaia” perché non intasa la rete viaria. Per questo chiediamo più treni da subito: ovviamente “tutti i treni che possono servire e che la linea ferroviaria può reggere”, ricalibrando la velocità media troppo bassa per utilizzare meglio il materiale rotabile”. I dati sull’aumento del traffico sulla Bologna/Budrio/Portomaggiore e anche – nel vostro caso – quelli sulle altre direzioni che provengono da EST raccontano che qualcosa si muove nella giusta direzione visto che il numero dei passeggeri è aumentato enormemente negli ultimi 12 mesi e che la domanda aumenta. Ci vogliono più treni subito, per diminuire decisamente il flusso delle auto, bisogna riorganizzare almeno un po’ quello che non si riesce a sostituire con il mezzo pubblico. Circa le opere (raddoppi, interramenti e simili) è bene essere consapevoli dei costi altissimi, dei tempi abituali non brevi, delle difficoltà enormi per avere i finanziamenti e per costruire.
3. Sicurezza delle persone. Tutti siamo convinti che vada recuperata almeno un po’. Ma crediamo che questo possa arrivare soltanto da un diverso modo di vivere la città. Si tratta di un obiettivo che non dipende solo (ma anche) dagli amministratori ma molto anche dai comportamenti dei cittadini. Questa esigenza non depone però a favore dell’interramento delle ferrovie e sopratutto delle stazioni. Avrà letto anche lei – come tutti – delle paure che angosciano le persone che hanno smesso di utilizzare la stazione di Via Zanolini. Oppure pensa che arginare il degrado si debbano mettere vigili (o vigilantes) a frotte in tutti i posti pubblici. Noi pensiamo che si debba puntare invece sul recupero di socialità alla luce del sole e di autogestione degli abitanti, non più rientranti in casa all’imbrunire oppure viaggianti chiusi in auto fino al supermercato o in fila fino al marciapiede della scuola come accade oggi.
4. Cosa dobbiamo chiedere alla politica (Comune, Area Metropolitana, Regione)? Alla Pubblica Amministrazione dobbiamo chiedere di smetterla con la pratica di affidarsi a coloro che davanti ad ogni problema che si presenta propongono nuove cementificazioni da finanziare con denaro pubblico da reperire tramite tasse sui cittadini. Noi pensiamo che sia necessario ricominciare ad aiutare i cittadini a riappropriarsi della propria città e della sua manutenzione favorendo le idee e proposte di azione che promuovano la partecipazione delle persone.
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