Ravenna: tappa sul Delta del Po per Goletta Verde

Legambiente: “Il Carbone a Porto Tolle è una scelta devastante per il futuro del Delta” – No alla bacinizzazione: Già in erosione il 25 % della costa in Emilia Romagna e il 18% in Veneto – Le 4 o 5 dighe proposte da AIPO creeranno difficoltà all’irrigazione dei terreni e azzereranno l’apporto della sabbia del grande fiume alle spiagge dell’Adriatico.

Goletta Verde, che questa mattina ha lasciato le coste venete per dirigersi a Ravenna, terza tappa della storica campagna di Legambiente, accende i riflettori sulle criticità che continua a vivere il Delta nel Po, al confine tra Veneto ed Emilia Romagna. I programmi e grandi progetti che riguardano il principale fiume d’Italia sono oggetto di grande preoccupazione e allontanano il Bacino Padano da un futuro di sostenibilità auspicato dai cittadini delle località rivierasche, che riguarda sia l’agricoltura che il turismo di qualità.

In occasione del passaggio dell’imbarcazione ambientalista davanti al Delta del Po, Legambiente sollecita le istituzioni competenti ad aprire gli occhi sulle grandi difficoltà che stanno attraversando i due parchi nel delta del Po e la Riviera Adriatica.

“Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti passi in avanti per la qualità delle acque del fiume (grazie all’azzeramento del fosforo nei detersivi e qualche riduzione degli scarichi agricoli e degli allevamenti) il risultato non può certo essere considerato un punto di arrivo – commenta Luigi Rambelli, presidente Legambiente Emilia Romagna. Basta pensare che, sommando all’impatto della popolazione umana quello determinato dagli allevamenti intensivi e dalle attività agricole, il carico inquinante complessivo è pari a 114 milioni di abitanti. In pratica è come se nel bacino del Po vivessero e scaricassero il doppio degli abitanti dell’Italia intera, mettendo fortemente a rischio la qualità delle acque delle località balneari della costiera adriatica, per cui – concludeRambelli,– è difficile considerare accettabile quello che ancora oggi sta avvenendo lungo il corso del Po. Per tutelare migliorare la condizione ambientale del mare e delle coste è necessario bloccare le iniziative e progetti sconsiderati che rischiano di compromettere anche solo l’idea di un futuro sostenibile”.

“In occasione del passaggio di Goletta Verde – aggiunge Giorgio Zampetti, portavoce Goletta Verde – come Legambiente vogliamo rilanciare le preoccupazioni e le perplessità per la sconsiderata scelta del governo di far convertire a carbone la centrale a Porto Tolle, nel centro del Parco del Delta. La riconversione della centrale Enel di Porto Tolle, nel bel mezzo di un parco naturale patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO comporterà, infatti, impatti devastanti per il delicato ambiente del Delta del Po, come il passaggio di 3000 chiatte all’anno per portare il carbone all’impianto. Il nuovo impianto inoltre, aggiungerà 10 milioni di tonnellate di CO2 ai ritardi dell’Italia rispetto agli obblighi di riduzione previsti dal Protocollo di Kyoto e dal “pacchetto clima” europeo, appena firmato dall’Italia.

Legambiente inoltre ritiene incompatibile un rilancio della funzione del Po basato sull’agroalimentare di qualità e sul turismo fluviale con la proposta dell’Azienda per gli interventi sul Po (AIPO) di realizzare 4 o 5 dighe per garantire la navigazione commerciale da Cremona al Mare.

Enormi difficoltà per i prelievi destinati all’irrigazione per l’agricoltura nella parte terminale del fiume e per il rifornimento idrico di alcune città, aggravamento della risalita del cuneo salino e blocco al mare dei solidi sospesi con riflessi pesanti per le spiagge già in forte erosione. Sono queste le gravi conseguenze che deriverebbero dalla realizzazione delle dighe che, una volta realizzate, produrrebbero effetti devastanti sul flusso delle acque del fiume e sul trasporto dei sedimenti fino al mare. Conferme poco incoraggianti proprio in tema di erosione costiera arrivano per Veneto e Emilia Romagna dalle elaborazioni di Legambiente su dati della rivista Studi Costieri: 24,6% è la percentuale di erosione costiera dell’Emilia Romagna, seguita dal Veneto con un dato pari al 17,9%.



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